L’OCCHIO OSSERVA QUELLO CHE È ESSENZIALE AL CUORE: IL VIAGGIO, MAGIA VERA
2ndo giorno: sono pronto per partire alle 05.30 della mattina per raggiungere la seconda tappa del viaggio, il Parco nazionale di Meru, dove George Adamson, uno dei padri fondatori della conservazione della fauna selvatica, prima di essere ucciso dai Bracconieri, ha condotto studi sui Leoni tanto da essere definito in Swaili “Baba ya Simba“, letteralmente “Padre dei leoni” .
Da Solio a Meru passeremo da 2400 metri di altitudine a 800 e percorreremo circa 200 km, una distanza per noi Europei relativamente breve, ma qui per diverse ragioni ci vorranno circa 4 ore e mezza (pause comprese), una magia vera.
Una delle cose che apprezzi di questo paese è la relatività del tempo, perché in Africa parlare del tempo è tempo perso e se pensi di arrivare qui con lo stress Europeo della comodità e dei viaggi relax, allora é meglio che resti a casa e ti affidi ad un Tour Operator che ti porti in luoghi dove tutto è All inclusive, ma torniamo a noi.
Per prima cosa il limite di velocità di 80 km. Dovete sapere che qui in Kenya tutte le vetture sono dotate di un sistema che ti impedisce di andare oltre. Certo, gli autoctoni hanno anche un sistema per ovviare al problema, peccato che la polizia qui non scherzi e se ti beccano superare i limiti le multe sono molto salate (5000 scellini per gli autoctoni che da noi sono 5 € e 50.000 scellini per i turisti, ragionate pensate che in Kenia uno stipendio medio è di 120€, una seconda magia vera).
Seconda cosa sono i “Bump”, dei dossi di cemento preceduti da 4 piccoli dossi che se presi sopra i 20km distruggerebbero l’albero motore di qualsiasi vettura.
Per ultimo ma non meno importante è che strada facendo il cemento ad un certo punto diventa una collezione di buche molto pericolose.
Da Solio a fino a Timaru la strada è ben asfaltata ed ai lati si può ammirare un paesaggio ricco di campi coltivati e serre, distese immense di colori accesi ed una fitta vegetazione. Da Timau in poi, girato l’angolo della strada principale per dirigersi verso Kirua e subito dopo Meru tutto cambia e non puoi fare altro che osservarlo questo contrasto di paesaggi, colori, persone, mezzi di trasporto.
La strada inizia a riempirsi di buche ed il tuo driver si trasforma in Alberto Tomba mentre il mezzo inizia a fare lo slalom sia per evitare le buche che i mezzi provenienti dalla parte opposta, se puoi pensare puoi farlo e qui la cosa che fai continuamente è evitare gli incidenti, una terza magia vera.
Si attraversano diverse località dove ai lati della strada le abitazioni e le attività commerciali diventano sempre più spartane e caoticamente distribuite. Le strade sono percorse da centinaia di moto “Bajaji” qui chiamate “Pic Pic”, con a bordo spesso fino a 4 persone; altre volte le vedi cariche di 6 taniche gialle (ognuna da 20 litri) che vengono utilizzate per il trasporto dell’acqua, altre volte legname, tessuti, caricate all’inverosimile.
Abbiamo appena superato un Bajai con una intera famiglia e subito dopo un altro con una struttura di ferro montata sul sedile posteriore che serve per trasportare una tanica di alluminio da 50 litri posta sul lato destro creando un equilibrio precario del mezzo.
Penso: non sarebbero stato meglio due taniche da 25 litri poste da entrambe i lati? Mi rendo conto di essermi posto una domanda di troppo mentre osservo il mezzo che che si mantiene in equilibrio precario pendendo tutto dalla parte opposta, una quarta magia vera; mentre facciamo slalom gigante ed evitiamo il Bajaji sulla nostra corsia sinistra, allargandoci a destra (vi ricordo che qui la guida è a destra) rischiamo un frontale con un altro Bajai carico di foglie di palma che fuoriescono di 1 metro da ambo i lati; i brividi salgono sulla schiena mentre il driver trasformato in Alberto Tomba lo evita, una quinta magia vera.
Intanto su ambo i lati della strada persone a piedi che al tuo passaggio ti salutano con un sorriso sincero, tutti indistintamente ti guardano sorridono, qui sorridono tutti, sorridono con gli occhi, un sorriso che spiazza, che ti tramortisce, un sorriso che vorrei vedere sul viso degli Europei, quegli Europei che hanno tutto e non basta mai, sempre alla ricerca del “materiale per apparire”, una tristezza che gli Europei talvolta curano andando dallo psicoterapeuta, una figura professionale che qui in Kenya non conoscono, questa è la sesta magia vera, quella che più mi piace.
Africa, terra di contrasti, colori accesi ed equilibri precari, gioia e allegria che nascondono quello che noi definiamo “povertà” perché quello che vedi è indiscutibilmente una realtà lontana dal nostro benessere, la povertà che ti accoglie sorridendo, salutando, osservandoti con quei visi ricchi di chi vive il presente, il passato è passato ed il futuro una incognita che non ha residenza, l’ultima magia vera.
MERU & SAMBURU INTERNATIONAL PARK: MAGIA VERA
Ci tengo a ribadire e a sottolineare che l’Africa non è un luogo dove ti puoi inventare un viaggio fai da te, affidatevi ad una guida professionale che organizzerá il miglior tour rispettando le vostre esigenze e aspettative, noi dopo diverse ricerche su Internet ci siamo affidati al Kenia Safari Explorer e alla perfetta organizzazione di Alberto Michieli, Managing Director assieme al suo socio Jan Pierr Monti, due professionisti che hanno girato il mondo per 15 anni per poi viaggiare per altri 20 in Africa, (Botswana, Namibia, Uganda, Ruanda, Tanzania, Sudan, Sudafrica e Kenya). Hanno scelto di fermarsi in Kenya, come definiscono sulla loro brochure: ” uno dei paesi africani più ricchi sia in termini di biodiversità e natura, che per quanto riguarda le diverse specie di flora e fauna“.
La loro personale sfida è quella di proteggere il patrimonio culturale e Antropologico perché il viaggio diventi un momento di conoscenza, di comprensione e di rispetto del luogo che ci si appresta a conoscere.
Meru e Samburu sono le due tappe successive alla riserva di Solio. La differenza la cogli subito da due fattori: il primo è quello relativo all’altitudine perché passando da 2500 a 800 metri le temperature cambiano e secondo cambia il tipo di vegetazione che oserei definire più “Jurassica”.
Ed è in questo ambiente Jurassico che inizia la caccia grossa con la macchina foto alla ricerca dei “Big Five”:
Leone, Bufalo, Elefante, Rinoceronte e Leopardo.
4 giornate scandite da Safari che iniziano la mattina presto alle 06.30 fino alle 12.30.ed il pomeriggio, dopo un breve riposo, dalle 16.00 fino alle 18.30, orario di rientro nei Lodge recintati per evitare l’entrata di animali pericolosi.
Sebbene la parola “estinzione” sia perennemente presente ogni volta che si incontra qualsiasi animale della Savana, riusciamo in 4 giorni a vivere emozioni che ti lasciano il riflettere sul perché di questo dramma creato dalla stupida avidità dell’uomo e questa non è magia, quanto di
La risposta è sempre la stessa: il Dio Denaro che tutto decide, che ti dà lo status sociale, che ti permette di calpestare la dignità di chi ha meno. Una zanna d’Avorio di elefante che pesa circa 200 kg, viene valuta sul mercato circa 40.000 dollari al kg, il conto è fatto, per uccidere un Leone ci sono persone che pagano fino a 60.000 dollari, mi fermo qui, ho la nausea.
La mia caccia è con gli occhi e purtroppo con il telefonino S4 Samsung visto che la macchina foto professionale si è rotta prima della partenza, ma nonostante ciò riesco a catturare degli incontri a breve distanza sia con i Big Five che con molteplici erbivori. Non catturo solo l’animale ma la sua eleganza, la sua bellezza nei momenti intimi della giornata, mentre mangia, dorme, attraversa la strada, mentre osserva o in gruppo fa la guardia e quindi capisci che è il capobranco.
Preferisco far parlare questo primo report che vi allego, nella speranza che anche voi possiate goderne la meraviglia e l’essenza, la settima ed ultima vera magia.
Potete cliccare sul VIDEO REPORT che dura meno di 4 minuti, l’ho realizzato con un semplice telefonino, ma credo di essere riuscito a regalarvi dei momenti emozionanti.
Mentre mi dirigo al parco nazionale di Aberdare a caccia di nuove emozioni recintate in 388 km di rete elettrica vi saluto con l’anima il cuore e la mente e come dicono qui in Kenia: Asante Sana che vuol dire grazie, per la lettura e la pazienza.
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